SAVAK

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Sāzemān-e Eṭṭelāʿāt
va Amniyat-e Keshvar
Organizzazione nazionale per la sicurezza e l'informazione
Descrizione generale
Attiva1957 - 1979
Nazione Iran
TipoServizio segreto
CompitiPolizia segreta
Sicurezza interna
Intelligence
SedeTeheran
Dimensione60.000 unità
SoprannomeSAVAK
Comandanti
Comandanti degni di notaNasser Moghaddam Teymur Bakhtiar
fonti nel testo
Voci di forze di polizia presenti su Wikipedia

SAVAK (Persiano: ساواک, acronimo di سازمان اطلاعات و امنیت کشور, Sāzemān-e Eṭṭelāʿāt va Amniyat-e Keshvar, "Organizzazione nazionale per la sicurezza e l'informazione") erano i servizi segreti imperiali iraniani che operarono tra il 1957 e il 1979.

Fu la polizia segreta che la dinastia Pahlavi usò per tenere sotto controllo l'Iran, in particolare dopo il governo di Mossadeq che aveva tentato di indebolirne il potere e che era stato deposto da un golpe organizzato dai servizi segreti statunitensi e britannici.

Si dice che fosse l'organizzazione più brutale del Medio Oriente, a causa delle sue famigerate camere di tortura in cui gli oppositori politici, in particolare comunisti, venivano sottoposti a ogni tipo di sevizia. Durante gli ultimi quindici anni di governo dello Shah, sotto il comando del colonnello Nematollah Nassiri, arrivò a impiegare circa 60.000[senza fonte] agenti. Venne smantellata nel 1979 durante il breve premierato di Shapur Bakhtiar, quando la rivoluzione iraniana era già in corso, un gesto compiuto nel tentativo di placare gli oppositori del regime dello Shah. In seguito all'instaurazione della repubblica islamica, la SAVAK venne rimpiazzata dal Ministero delle informazioni e della sicurezza nazionale.

Direttori

Bibliografia

  • Marcella Emiliani, Marco Ranuzzi de' Bianchi, Erika Atzori, Nel nome di Omar. Rivoluzione, clero e potere in Iran, Bologna, Odoya, 2008 ISBN 978-88-6288-000-8.
  • Ryszard Kapuściński, Shah-in-shah, Milano, Feltrinelli, 2001, ISBN 978-88-070-1598-4

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