Ocyceros

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Ocyceros

Bucero grigio del Malabar (O. griseus)
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
OrdineBucerotiformes
FamigliaBucerotidae
GenereOcyceros
Hume, 1873
Specie
Vedi testo
Bucero grigio indiano.
Bucero grigio di Sri Lanka.
Bucero grigio indiano che mangia dei fichi.

Ocyceros Hume, 1873 è un genere della famiglia dei Bucerotidi i cui rappresentanti sono originari del Sud-est asiatico. Sono noti collettivamente come «buceri grigi asiatici», ma anche come «lofoceri asiatici», e, assieme ai lofoceri africani dell'Africa e del Medio Oriente, venivano originariamente classificati nel genere Tockus. Tuttavia, differenziandosi dalle specie di questo genere sotto diverse caratteristiche, vengono oggi posti in un genere distinto.

Come tutti i buceri, le specie appartenenti al genere Ocyceros nidificano nelle cavità degli alberi: la femmina trascorre diverse settimane all'interno del nido, il cui ingresso è chiuso quasi interamente da una parete; attraverso una piccola fessura il maschio nutre la femmina e, successivamente, i nidiacei.

Le tre specie assegnate a questo genere vengono tutte classificate come «specie a rischio minimo» (Least Concern) dalla IUCN[1][2][3].

Descrizione

Tutti e tre questi buceri sono specie di piccole dimensioni. Si differenziano dalle specie del genere Tockus, molto più numerose, per non presentare un comportamento di difesa territoriale. I maschi trasportano inoltre il cibo nel gozzo e lo consegnano alla femmina e ai nidiacei dopo averlo rigurgitato. Gli Ocyceros vengono inoltre infestati da parassiti diversi rispetto a quelli che sono soliti infestare i Tockus[4].

La specie più insolita del genere è il bucero grigio indiano. Presenta un casco insolitamente appuntito che termina a metà del becco. La coppia centrale di penne timoniere è sorprendentemente allungata e le ali corte fanno assomigliare il suo volo a quello di un pappagallo[4]. Le altre due specie presentano caschi solo leggermente abbozzati.

Biologia

Le specie del genere Ocyceros sono onnivore come tutti i buceri. Tuttavia, la maggior parte della loro dieta è costituita da frutti, in particolare da fichi selvatici. Di norma afferrano questi frutti con il lungo becco direttamente dai rami posti sulle cime degli alberi. Di tanto in tanto assumono anche proteine animali sotto forma di insetti e piccoli vertebrati.

Distribuzione e habitat

Delle tre specie, quella maggiormente diffusa è il bucero grigio indiano. Il suo areale si estende dal Punjab (Pakistan nord-orientale) al Nepal meridionale e al Bangladesh nord-occidentale, spingendosi a sud attraverso gran parte dell'India. Esso è assente solamente dalla parte sud-occidentale del paese e dalla sua costa orientale. Non è una specie minacciata, bensì è piuttosto diffusa e abbastanza comune in numerosi habitat; si è dimostrata una specie abbastanza adattabile e si può trovare anche nelle aree coltivate.

L'areale delle altre due specie è notevolmente più piccolo. Il bucero grigio di Sri Lanka è presente solamente in quest'isola. Il bucero grigio del Malabar si incontra invece sui Ghati occidentali. I Ghati occidentali sono una catena montuosa dell'India occidentale che corre lungo il margine dell'altopiano del Deccan, separandolo dalla stretta pianura costiera che si affaccia sul mar Arabico. Iniziano a sud del fiume Tapti, al confine tra gli stati indiani di Gujarat e Maharashtra, e corrono per circa 1600 km attraverso gli stati di Maharashtra, Goa, Karnataka, Kerala e Tamil Nadu fino alla punta del subcontinente indiano.

Tassonomia

Il genere comprende le seguenti specie[5][6]:

Note

  1. ^ (EN) BirdLife International 2016, Ocyceros birostris, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) BirdLife International 2016, Ocyceros gingalensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  3. ^ (EN) BirdLife International 2019, Ocyceros griseus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  4. ^ a b Kemp, 1995, p. 152.
  5. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Bucerotidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 7 novembre 2014.
  6. ^ J.-C. T. Gonzalez, B. C. Sheldon, N. J. Collar e J. A. Tobias, A comprehensive molecular phylogeny for the hornbills (Aves: Bucerotidae) (PDF), in Mol. Phy. Evol., vol. 67, 2013, pp. 468-483. URL consultato il 7 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2014).

Bibliografia

  • (EN) Alan C. Kemp e Martin Woodcock, The hornbills: Bucerotiformes, Oxford University Press, 1995, p. 302, ISBN 0-19-857729-X.
  • (DE) W. Grummt e H. Strehlow (a cura di), Zootierhaltung Vögel, Francoforte sul Meno, Verlag Harri Deutsch, 2009, ISBN 978-3-8171-1636-2.

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