Encephalartos horridus

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Encephalartos horridus
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneCycadophyta
ClasseCycadopsida
OrdineCycadales
FamigliaZamiaceae
GenereEncephalartos
SpecieE. horridus
Nomenclatura binomiale
Encephalartos horridus
(Jacq.) Lehm., 1834
Sinonimi

Encephalartos nanus
Zamia horrida

Encephalartos horridus (Jacq.) Lehm., 1834 è una cicade della famiglia delle Zamiaceae, endemica delle Province del Capo, in Sudafrica.[2]

Fu descritta per la prima volta nel 1801 dal botanico francese Jaquin, che la attribuì al genere Zamia. Solo successivamente, nel 1834, il botanico tedesco Lehmann la riclassificò come specie del genere Encephalartos.

Il nome del genere deriva dal greco en = dentro, kephalé = testa e ártos = pane, in riferimento al fusto internamente molto ricco di amido. Il termine specifico in latino significa irto e allude alla presenza di spine nei segmenti fogliari.

Descrizione

È una pianta arborescente, con tronco molto breve, lungo in media 50 cm, di circa 30 cm di diametro, non ramificato e ricoperto dai resti dei piccioli delle foglie cadute.

Le foglie, disposte in rosetta apicale, sono pennate, ricurve verso il basso, lunghe 60–100 cm, di colore blu o argento, composte da foglioline lanceolate lunghe circa 10 cm, verde-azzurre, con apice spinoso, che si inseriscono con un angolo di 90° sul robusto rachide centrale.

Come tutte le cicadi, sono piante dioiche. Le infiorescenze sono a forma di coni, lunghe circa 30 cm, grossolanamente cilindriche quelle maschili, ovoidali quelle femminili, di colore dal rosso al marrone.
I semi, di forma ovoide-cilindrica, sono ricoperti da un sottile tegumento rossastro.

  • Foglie
    Foglie
  • Cono
    Cono
  • Semi
    Semi

Distribuzione e habitat

È diffuso in Sudafrica (provincia del Capo Orientale), ove cresce preferenzialmente in ambienti aridi.[1]

Conservazione

La IUCN Red List classifica E. horridus come specie in pericolo di estinzione (Endangered)[1].
La specie è inserita nella Appendice I della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)[3]

Note

  1. ^ a b c (EN) Donaldson, J.S. 2010, Encephalartos horridus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Encephalartos horridus (Jacq.) Lehm. | Plants of the World Online | Kew Science, su Plants of the World Online. URL consultato il 24 novembre 2020.
  3. ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), su Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

Bibliografia

  • Whitelock, Loran M., The Cycads, Timber press, 2002, ISBN 0-88192-522-5.
  • Haynes J.L, World List of Cycads: A Historical Review (PDF), su cycadsg.org, IUCN/SSC Cycad Specialist Group, 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).

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Collegamenti esterni

  • The Cycad Society of South Africa: Encephalartos horrydus, su cycadsociety.org. URL consultato il 25 febbraio 2006 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2008).
  • The Cycad Pages: Encephalartos horrydus, su plantnet.rbgsyd.nsw.gov.au. URL consultato il 9 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2014).
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